Un’idea è come una piccola pianta che dal seme è appena spuntata fuori dalla terra. In quel momento nessuno di noi è in grado di dire se quell’idea diventerà una pianta rigogliosa, oppure se si tratta solo di un’erbaccia.
In quel dato istante, quando un’idea sta per nascere abbiamo la possibilità di stroncarla sul nascere con un atteggiamento critico oppure di nutrirla ed essere noi stessi a contribuire affinché possa diventare pianta rigogliosa invece che un’erbaccia.
Come si uccide un’idea? Provate a pensare all’idea di una vacanza in un posto esotico, e pensate a tutti i buoni motivi per non andarci: “È costoso” “Il viaggio è lungo e faticoso” “Potrebbe succedere qualcosa quando sono via”…
Come si nutre un’idea? Provate a pensare alla stessa vacanza, ma ora pensate a tutti i buoni motivi per andarci: “È un bel premio dopo alcune settimane di lavoro” “È la possibilità di rilassarsi al caldo”. E poi pensate a tutto quello che potreste aggiungere per nutrire quell’idea: “Possiamo andarci con gli amici e con la famiglia” “So di un amico che è stato ai Caraibi, voi che ti metta in contatto?”.
La differenza tra uccidere o nutrire un’idea è legata al nostro approccio, che può essere critico o propositivo. Può sottindere un “No” oppure un “Sí, e…”. Aggiungendo quello che può essere importante per noi (“Sí, e se prenotiamo per tempo così possiamo anche risparmiare”) è possibile nutrire un’idea indirizzandola verso gli aspetti più rilevanti in quel momento o secondo la nostra prospettiva.