Runabout

Un runabout è un motoscafo di lunghezza compresa tra i 6 e i 10 metri e con una portata compresa tra le quattro e le otto persone.

I runabout sono utilizzati per diporto, per la pesca, per lo sci nautico, o come tender di yacht di dimensioni più grandi.

All’interno della categoria dei runabout possiamo distinguere:

  • Bow rider
  • Center console
  • Cuddy boat
  • Walkaround

Riva Rudy

Il Rudy è un motoscafo in vetroresina di 5,90 metri prodotto dai Cantieri Navali Riva negli anni ‘70.

Il disegno deriva dal motoscafo in legno Riva Junior.

In pieno stile Riva, il cruscotto si ispira alle automobili dell’epoca, con il timone che assomiglia ad un volante e la strumentazione raggruppata a destra dello stesso.

La portata è di 5 persone, che possono accomodarsi sul dica netto di guida, sul divanetto posteriore, oppure sul materassino ribaltabile che diventa un comodo prendisole.

Il motore originario è un entrobordo da 190 cavalli di potenza collocato al centro della barca e coperto da un cofano in vetroresina completamente asportabile.

La valutazione sul mercato dell’usato è tra i 25000 e i 35000 euro, a seconda delle condizioni.

Scheda tecnica:

  • Lunghezza: 5,90 m
  • Larghezza: 2,20 m
  • Pescaggio: 0,45 m
  • Dislocamento: 1.020 kg

Marinello Eden 18

L’Eden 18 è un motoscafo open in vetroresina disegnato da Tindaro Stroscio nel 2002 e tuttora costruito dal cantiere Marinello.

Si tratta della barca più piccola della linea Eden del cantiere Marinello, e, nel corso degli anni, ne sono stati costruiti oltre mille esemplari. Nel tempo sono stati affinati diversi dettagli rendendo la barca sempre più ergonomica.

L’Eden 18 è omologata in categoria CE C, ovvero può navigare con vento fino a forza 6 e onde di altezza fino a 2 metri (ovvero mare molto mosso). Può ospitare fino ad un massimo di 7 persone, ma è ideale per un utilizzo da parte di 3-4 persone.

Può essere motorizzata con un 40 cavalli in modo da evitare la necessità di conseguire la patente nautica. Per questo motivo è molto amata anche dalle società di noleggio. La massima potenza che si può installare è di 115 cavalli.

A poppa è presente una piccola spiaggetta una scaletta che permettono di accedere all’acqua con facilità. Nel pozzetto si trova un ampio divanetto che può essere trasformato in un ampio prendisole; e la stessa soluzione è presente anche a prua. Sul lato destro è collocata la torretta di comando, e a sinistra c’è un ampio passavanti verso prua.

La barca si presenta rifinita molto bene, con la possibilità di installare un verricello salpa ancora a prua, con diversi gavoni per lo stivaggio delle dotazioni di bordo e con la cuscineria che massimizza il comfort di bordo.

La barca può essere completata con diversi optional, tra cui il frigo, un tendalino o il tavolo da collocare in pozzetto.

Il suo diretto concorrente può essere considerato il Ranieri Voyager 17 o 18 S.

Scheda tecnica:

  • Lunghezza: 5,30 m
  • Larghezza: 2,30 m
  • Dislocamento (senza motore): 600 kg

Canadian 445

IlCanadian 445 è una barca in alluminio lunga 4,4 metri e larga 1,67 metri. È amata dai pescatori e come barca per uso professionale per via della sua leggerezza, robustezza e versatilità di utilizzo.

La sponda alta la rende una barca più stabile rispetto ai Canadian più piccoli. D’altro canto è più pesante e quindi un po’ più difficile da varare, alare e trasportare.

Prima dell’acquisto sul mercato dell’usato si consiglia di capovolgere lo scafo in modo da valutare eventuali botte o rotture. L’ideale sarebbe poterla testare in acqua, oppure riempirla di acqua per vedere se ci dovessero essere buchi o infiltrazioni.

Il valore del solo scafo di un Canadian 445 usato può variare tra i 1000 e i 2000 euro a seconda delle condizioni.

Scheda tecnica:

  • Lunghezza: 4,40 m
  • Larghezza: 1,67 m
  • Motorizzazione: 15-25 cv

Restaurare un Canadian (prima parte)

Compriamo il nostro Canadian 430 su Subito.it: adocchiato quando il prezzo era a 700 euro (decisamente troppi), aspettiamo che arrivasse a 400 euro prima di andarlo a vedere, per poi chiudere a 350 euro con in dotazione, oltre allo scafo, solo un paio di temi in legno.

Si presenta complessivamente in buono stato, con qualche botta qua e là, ma nulla di che. L’opera viva è con l’alluminio a vista e l’opera morta di un azzurro ormai sbiadito e completamente sverniciato in alcuni punti. Internamente il colore è crema è anche qui la vernice ha lasciato spazio all’alluminio a vista in alcuni punti.

Ci rivolgiamo ad un colorificio specializzato anche in prodotti per la nautica per chiedere un prodotto che potesse rimuovere la vernice esistente, ma, dopo qualche approfondimento, il saggio consiglio è di provare a tenere la vernice originaria come fosse uno strato di primer.

Prima di procedere ci viene consegnato un diluente per verificare che si trattasse effettivamente di una vernice bicomponente resistente, e che non venisse rimossa dalla prima sostanza chimica. Ci accorgiamo che, eccetto per una scritta posticcia con il nome della barca, il resto dello scafo ha una vernice resistente al diluente.

Quindi non rimuoviamo in nessun modo la vernice già esistente e procediamo solo a carteggiare, insistendo nel punto in cui è scritto il nome della barca oppure laddove la vernice è venuta via.

Carteggiando ci rendiamo conto che in alcuni punti è stato utilizzato del silicone per chiudere una crepa tra il piè di ruota e la chiglia, e in corrispondenza di un paio di rivetti. Decidiamo di togliere il silicone per far aderire al meglio il primer.

Poiché abbiamo dovuto rimessare la barca in un box senza corrente, procediamo con la carta vetro a mano, e poi, con degli stracci, andiamo a rimuovere completamente la polvere sedimentata sullo scafo.

Aspettiamo quindi giornate con condizioni ideali di temperatura e umidità per i processi di catalizzazione. Poi procediamo con una prima mano di primer epossidico bicomponente (Boero Defender) e seguiamo il consiglio di insistere soprattutto sui rivetti (e nei punti dove abbiamo rimosso il silicone).

Poi via anche con la seconda mano. Abbiamo utilizzato un contenitore graduato per catalizzare le giuste dosi di primer. La superficie complessiva è di pochi metri quadri e con un solo barattolo siamo riusciti a coprire opera viva ed opera morta con due mani.

Procediamo quindi a verniciare l’opera morta con una vernice bicomponente bianca (2 mani) e l’opera viva con un’antivegetativa bianca (2 mani). Il colore dell’antivegetativa non lo abbiamo potuto scegliere poiché sul l’alluminio di poteva mettere solo il bianco. E abbiamo scelto di non seguire la linea di galleggiamento, ma, a prua, abbiamo steso l’antivegetativa seguendo la struttura dello scafo.

Come motore abbiamo optato per un Mercury 9.9 4 tempi. Il venditore ci spiega che per i motori della parte più bassa di gamma il produttore è in realtà uno solo (Tohatsu), e che ogni produttore appone semplicemente il suo marchio.

Dopo aver assicurato la barca e il motore, ed esserci dotati selle dotazioni di sicurezza, procediamo con il varo.

La scelta del motore risulta essere azzeccata. Probabilmente le prestazioni, già ottime con un equipaggio di due persone, possono migliorare ulteriormente alzando lo specchio di poppa o optando per un motore 15 cavalli.

Purtroppo dopo un po’ di utilizzo e qualche sollecitazione le parti che erano state siliconate fanno entrare acqua a bordo. Procediamo quindi con L’alaggio e iniziamo a informarci per capire come risolvere il problema: con una saldatura? Oppure applicando della vetroresina?

Rio 410

Il Rio 410 è una piccola barca termoformata in ABS costruita dai cantieri Rio Yacht’s che, negli anni ‘70, ha costituito (assieme al Rio 310) uno degli emblemi della nautica per tutti.

Tutt’oggi, nonostante l’età, è considerata una barca molto valida per la pesca o la caccia e la longevità di queste barche ne segnala l’ottima bontà costruttiva.

Lo scafo è costituito da una chiglia a trimarano e le intercapedini sono riempite di poliuretano espanso, rendendo di fatto la barca inaffondabile.

Le quotazioni di un Rio 410 usato variano tra i 300 e i 700 euro per il solo scafo a seconda dello stato di conservazione.

Scheda tecnica:

  • Lunghezza: 4,10 m
  • Larghezza: 1,58 m
  • Peso: 125 kg

Express Cruiser

Un Express Cruiser è una tipologia di barche a motore adatta per la crociera veloce. Si distingue da una barca completamente cabinata (Cabin Cruiser) perché la plancia di comando è generalmente all’aperto.

Questa tipologia di barche sono dotate di una cucina e da due a sei posti letto, che le rendono adatte a crociere di un paio di giorni.

Sono barche caratterizzate dalla presenza di uno o due motori abbastanza potenti e hanno una lunghezza generalmente compresa tra i 25 e i 45 piedi (indicativamente tra i 7 e i 14 metri). All’occhio appaiono più sportive che spaziose e generalmente non sono dotate di un Fly Bridge.